FRANCESCO DI GREGORIO


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“Balangero”


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1 - Territorial view

2 - Section - scale 1:1000

3 - Aerial view

3 - Plan - scale 1:200

4 - Assonometry of the structure system for the conversion of the former industry

5 - View of the expo area

6 - View of the mine’s lake with the station and the aerostatic theater

7 - View inside the aerostatic theater


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Year:

2011


Client:

R.S.A. Balangero


Location:

Balangero [TO] - Italy


Project:

Gianni Di Gregorio (Capogruppo RTP) - Francesco Di Gregorio - Karin Matz - Vanni Meozzi - Christian D’Elia - Giacomo Mion


Economy advisor:

Antonio Cellie


Plants:

Ubaldo Nocera


Geology:

A.R.T. ambiente risorse territorio


Built area:

11,475 smq


Status:

Competition


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« ... La nobiltà dell'uomo, acquisita in cento secoli di prove e di errori, era consistita nel farsi signore della materia, e io mi ero iscritto a Chimica perché a questa nobiltà mi volevo mantenere fedele. Vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l'universo e noi stessi ... »


Primo Levi, Il sistema periodico, collana Gli Struzzi, Einaudi.


Il progetto consiste nella riqualificazione e sviluppo del sito minerario di Balangero e Corio con l’obbietivo di trasformarlo in un parco tecnologico.


Pensare ad una ri-connessione territoriale forte è oggi forse l’unico approccio possibile per ricostruire il paesaggio.

Se poi la frattura topografica assume un ruolo "mostruoso" la chimera della ricucitura sociale e della ricerca tecnologica e sostenibile è l’unica strada che ci sentiamo di perseguire.

Proponiamo quindi un sistema infrastrutturale a funivia, rialzato da terra.

Il sistema statico puntuale permette di ridurre al minimo i movimenti di terra ( vista la presenza di aminato nel sottosuolo) garantendo allo stesso tempo il massimo sfruttamento territoriale.

Fermate nodali specifiche permettono di approdare sempre in sicurezza e il tragitto infra-nodale apre una visuale d’insieme più ampia possibile del complesso industriale. 

La direttrice individuata rappresenta concettualmente una spina d’energia che auto-alimenta tutto il sistema progettato; concentra e trasmette l’energia prodotta, diventando contemporaneamente esempio di mobilità sostenibile.

Lungo questa retta individuiamo 3 nodi specifici coincidenti con le stazioni della funivia e con le funzioni necessarie per rendere fruibile e sostenibile, dal punto di vista sia economico che ecologico, l’area.

Significa intersecare due sistemi differenti, quello di conoscenza del sito, inizialmente sospeso da terra che avviene lungo un asse nord/sud e che percorre tutta la lunghezza del sito attuando una riconnessione urbanistica e orografica, tanto utopica quanto fisiologica, tra i due paesi confinanti Balangero e Corio; il sistema della ricerca è invece concentrato in tre nodi sistematici posizionati lungo l’asse di connessione, il cui linguaggio architettonico dei nuovi elementi, siano essi statici o funzionali, nasce da persistenze storiche tracciate, astraendole.


Le miniere diventano così una destinazione, fisica e mentale, dove la premessa archeologica-industriale si trasforma in uno spazio modulare e contemporaneo.

Il progetto lavora su dimensioni proporzionali alla location e premette ad un business plan altrettanto proporzionale a politiche di prezzo che risultino accessibili per il mercato potenziale.


In una Regione, come il Piemonte, dove gli spazi convegnistici ed espositivi hanno elevati livelli di complessità le Miniere svettano per flessibilità e convenienza in quanto, in un contesto come quello attuale, per essere attrattivo uno spazio deve essere competitivo.

La piastra dell’incubatore, immersa in un contenitore straordinariamente scenografico nonché potenzialmente animata da spazi per eventi, si ispira ai contenitori polifunzionali del nord europa che sono diventati hub di nuove iniziative e di nuove imprenditorialità.

Lo spazio espositivo, di dimensioni medie, coerente alle emergenti tipologie fieristiche ovvero le mostre-convegno.

Il teatro è un unicum ma nonostante questo mira ad una elevato livello di occupazione grazie a strutture essenziali e tariffe molto ridotte.

Il modello di business trasforma il contributo del fotovoltaico in un sistema abilitante per lo sviluppo e la diffusione della conoscenza.

Compresa quella ambientale che a questi luoghi sta ridando la vita.